Papà, co-fondatore e direttore di Frizzifrizzi.
Scrivo, curo, talvolta insegno, in ogni caso imparo.




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Fashion at Iuav 2014


Iuav, 2014



Il Corso di laurea in Design della moda dello Iuav di Venezia, diretto da Maria Luisa Frisa, fa uscire ogni anno una pubblicazione in occasione dell'evento finale in cui vengono organizzare mostre e sfilate a cui lavorano durante l'anno studenti e docenti.

In quanto docente di comunicazione del Corso di laurea magistrale in Arti visive e Moda mi è stato chiesto di scrivere un pezzo sulle mie lezioni.



un progetto di • Università Iuav di Venezia / Dipartimento di culture del progetto, Corso di laurea triennale in Design della moda e Arti multimediali, Corso di laurea magistrale in Arti visive e Moda
progetto grafico • Metodo






Comunicare la moda: la ricerca sul sé


La comunicazione della moda oggi si svolge quasi totalmente online. Se da una parte questo favorisce uno scambio di informazioni e una produzione di contenuti in tempi rapidissimi, dall'altra la stessa velocità, unita alla facilità di accesso alla rete di contatti un tempo esclusiva di pochi, ha portato a un generalizzato appiattimento dei linguaggi e delle forme di comunicazione.
In un mondo in cui siamo sommersi dalle informazioni — il cosiddetto information overload di cui parlava il futurologo Alvin Toffler — tutte le informazioni acquistano la stessa importanza, innescando un circolo vizioso che assomiglia alla ricerca di un metaforico Sacro Graal della comunicazione: la soluzione definitiva che permetta di massimizzare la diffusione di un contenuto editoriale nel minor tempo possibile. Tale ricerca — del tutto vana — si porta dietro un inevitabile strascico: si finisce per dimenticare il , le proprie specificità, elemento fondamentale per una comunicazione efficace di un prodotto commerciale o culturale come un capo d'abbigliamento, una collezione, un evento, una piattaforma, un libro, un articolo.
Quello che ritengo si possa fare, a livello didattico, è accompagnare lo studente su due strade parallele, e pure intimamente legate tra loro: imparare a raccontare delle storie, e trovare la propria voce, in un percorso di presa di coscienza del  sé attraverso la scrittura creativa.

L'approccio partecipativo è stato fondamentale per intraprendere un percorso di questo tipo: fornire l'input (un racconto personale, un esempio, un problema) per poi arrivare insieme alla soluzione, guidando il gruppo attraverso un percorso sì precedentemente tracciato ma allo stesso tempo aperto a ogni tipo di deviazione (purché coerente) e a diversi punti di vista, favorendo in questo modo il cosiddetto pensiero laterale o orizzontale secondo Edward De Bono.
Durante il percorso è stato chiesto agli studenti della magistrale di confrontarsi con lo storytelling, e con le varie forme di scrittura creativa utili alla ricerca e comprensione di sé, quali la scrittura bidimensionaletridimensionale, il cambio del punto di vista, il racconto tramite indizi e la scrittura tattile.
Il workshop si è concluso con la creazione di un'immaginaria collezione realizzata con un materiale non convenzionale o addirittura di fantasia, cercandone i punti di forza e i punti deboli, e provando a comunicarlo in base alle tecniche e agli esercizi sperimentati, e con una discussione finale rispetto al viaggio didattico, che fungesse da feedback per il docente e da ultima occasione di autoanalisi per lo studente.





© 2022 Simone Sbarbati Il ritratto illustrato è di Marco Goran Romano