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Vedo Gente
franzLAB, luglio 2020
Vedo Gente è un “divertissement” concepito e realizzato dalla direttrice artistica Anna Quinz durante la quarantena.
Con oggetti che aveva in casa, Anna ha costruito dei volti e per ciascuno ha inventato un nome e una storia.
Vedo gente è il primo libro della nuova collana Cento di franzLAB: cento copie firmate e numerate per ogni titolo.
A me è stato chiesto di scrivere una piccola prefazione.
testi a cura di • Anna Quinz
progetto grafico • Studio BABAI
prefazione • Simone Sbarbati
Aprire un cassetto e trovarci qualcuno (o forse erano un pettine, un pennellino e due bottoni?). Buttare un occhio sulla credenza e trovarcelo davvero un occhio, anzi due (o forse era una mascherina da notte?), in paziente attesa di un naso e di un bocca per poter evolvere da semplice oggetto a personaggio in cerca di una storia.
Il mondo si divide in chi vede facce ovunque e in chi non ne vede nemmeno laddove, in realtà, ce ne sono. I primi, la stragrande maggioranza, sono vittime di quel fenomeno chiamato pareidolia, un’illusione che ben conosce chiunque abbia sorriso davanti a case dall’aria perplessa, riconosciuto rock star morte nella bruciatura di un toast o scrutato con sospetto l’espressione arrogante dell’auto in arrivo. Il “merito” è del nostro cervello, che fin dalla notte dei tempi si porta dietro il super-potere di individuare volti in pochi millisecondi a partire da una quantità minima di informazioni.
Utilissima quando un predatore poteva nascondersi dietro a un cespuglio o sotto a una roccia, oggi possiamo usarla per scoprire che le nostre case sono piene di potenziali protagonisti per narrazioni che non aspettano altro che essere raccontate. È quello che — col suo sguardo da collezionista e la sua attitudine da reporter — ha fatto Anna Quinz durante la quarantena, incrociando, tra il salotto e la camera da letto, tra la cucina e il bagno, una quantità di gente fatta di tazzine e cucchiaini, evidenziatori e viti, biscotti e fusilli, cetrioli e spazzolini da denti. Si chiamano Arturo, Attilio, Ennio, Gemma, Italo, Lina, e Vedo Gente ne raccoglie finalmente frammenti di vita e piccole, umanissime manie: sono storie fatte di oggetti, che a loro volta hanno una storia.
Nota per il lettore: se sfogliando questo volume non vedi alcuna faccia, fai parte della ristretta élite che soffre di prosopagnosia, un deficit che impedisce di riconoscere i volti delle persone. Ti consiglio di chiedere il rimborso e reinvestirlo nell’acquisto di un altro libro: L'uomo che scambiò sua moglie per uncappello, di Oliver Sacks.
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