Papà, co-fondatore e direttore di Frizzifrizzi.
Scrivo, curo, talvolta insegno, in ogni caso imparo.




︎︎︎ Chi sono / cosa ho fatto
︎︎︎ Diario
︎︎︎ Diario naturalistico
︎︎︎ Viaggi
︎︎︎ Appendice fotografica



︎︎︎ Instagram
︎︎︎ Twitter
︎︎︎ Medium






Papà, co-fondatore e direttore di Frizzifrizzi.
Scrivo, curo, talvolta insegno, in ogni caso imparo.



︎︎︎ Chi sono / cosa ho fatto
︎︎︎ Diario
︎︎︎ Diario naturalistico
︎︎︎ Viaggi
︎︎︎ Appendice fotografica


︎︎︎ Instagram
︎︎︎ Twitter
︎︎︎ Medium

 

Per vedere se c’è già il sole




Cambiati i calzini, dice, che sennò con quei piedi impuzzi tutte le coperte. Quindi è coi calzini a righe che mi ha lanciato lei dal soppalco, presi a caso tra la colonna dei calzini a righe, su mia indicazione (non i bianchi e blu, non i gialli e rossi, non gli arancioni e rossi, quelli neri e verdi vanno bene), mentre parlavamo il meno possibile e quello che dicevamo lo dicevamo sussurrando per non svegliare la bambina, è coi calzini a righe che intanto tendevo un orecchio verso il muro, che risuonava metallico delle voci dei vicini e le voci dei vicini sembravano come quelle che puoi ascoltare mentre sei in acqua, galleggiando a pochi centimetri dalla superficie, con le schegge di sole che ti trafiggono gli occhi irritati dal sale, e in quel brodo primordiale che a metà mattina comincia a scaldarsi pare di sentire il rumore di fondo dell'universo, la eco del big-bang, dentro alla quale si rincorrono, distorte dalla dinamica dei fluidi, le chiacchiere balneari che arrivano dalla spiaggia: il bambino che ha paura e chiama il papà, la recensione estemporanea sulla cena di pesce della sera prima (troppo cara, piatti poco generosi, ma la cameriera...), i dispetti amorosi di un gruppo di adolescenti, mentre ogni parola prende il largo e ti viene quasi l'istinto di andare a raggiungerla per vedere dove ti porta: fino a che punto riesci a seguire una vocale mentre se ne va guizzando tra i banchi di quei microscopici pesciolini che compaiono dal nulla e poi se ne tornano tra la melma del fondo sabbioso e quando col secchiello provi a tirarne su un pezzetto, un piccolo mare portatile dentro a un recipiente azzurro o giallo o fucsia, basta cambiare angolazione e in quel magico secchiello di Schrödinger i pesciolini li vedi di nuovo, solo appaiono ancora più piccoli, e intanto immagini che al di là del muro, là dai vicini che parlano, sia pieno d'acqua, immagini normali scene di famiglia sottomarine, il papà con lo scafandro, la mamma con lo scafandro, la suocera con lo scafandro che suona alla porta e ha le teglie con le lasagne in mano e i nipotini con lo scafandro corrono e corrono a cercare i pesciolini che compaiono e scompaiono, col loro secchiello a cercare inutilmente di prendere un pezzetto di mare, mentre tu alzi la serranda e guardi fuori, coi calzini a righe, per vedere se c’è già il sole, se c'è ancora l’acqua, se c’è la famiglia con lo scafandro, per capire se a un certo punto puoi magari salire sul davanzale della finestra, infilarti gli occhialini e fare un bel tuffo caldo. Ma solo dopo esserti tolto i calzini.





© 2022 Simone Sbarbati Il ritratto illustrato è di Marco Goran Romano